Ogni rito ha la sua candela

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Nei riti magici così come nella meditazione e nella preghiera le candele sono sempre presenti ma non a caso, ogni candela ha un suo significato.

La candela bianca simboleggia purezza e virtù. Le candele di questo colore attirano energie positive allontanando quelle negative. Viene usata nei rituali che richiedono un riequilibro energetico.

La candela nera invece simboleggia la profondità della Madre Terra anche se è spesso associata a negatività e al male perchè nella credenza popolare questo colore è sinonimo di lutto e disgrazia. Viene usata spesso per allontanare il male o le malattie, per accedere alle profondità del proprio inconscio, per bruciare un evento fortemente negativo e quindi disfare fatture e magia nera.

Molto potenti le candele verdi (che hanno il colore della Madre) che vengono usate per portare a compimento ciò che si desidera, in particolare per quanto riguarda il lavoro e l’amore.

La candela viola viene spesso utilizzata nella meditazione poichè questo è un colore molto potente che favorisce una visione più ampia di se stessi e del mondo, è anche il colore del VII Chakra.

Per allontanare dolori, malattie, invidia e sfortuna utilizzate pure una candela blu. Accesa in casa in una situazione problematica aiuta a ristabilire l’armonia familiare.

Nei rituali dedicati all’amore si utilizzano candele rosa. Questo colore aiuta a migliorare il proprio carattere e a guarire dsa malinconia e tristezza.

Le candele rosse, che hanno il colore della forza vitale e del I Chakra, sono legate alla passione, all’elemento Terra e all’energia sessuale.

Sempre legate alla Terra sono le candele marroni. Queste candele possono essere utili in rituali per riavvicinarsi agli amici allontanati, per rafforzare un legame e proteggere i propri familiare ma anche gli animali domestici.

Quando operiamo per ottenere benefici materiali, dobbiamo senz’altro usare una candela arancione: infatti assicura successo delle cose intraprese, risultati positivi in esami e prove, buona fortuna nella ricerca di un lavoro, esito positivo di contratti e affari, aumenti di stipendio, risoluzione di problemi legati al denaro.

Anche le candele gialle sono utilizzate per ricercare il successo. Essendo il giallo il colore del Sole, abbinato all’azione del fuoco è in grado di infondere una grande energia utile quando si deve superare qualcosa d’ impegnativo.

Ben diverso il compito della candela color oro che viete di solito utilizzata per invocare Dio durante le feste rituali di tipo solare, soprattutto gli equinozi e i solstizi.

Così come l’oro simboleggia Dio e il Sole, l’argento simboleggia la Dea e la Luna. Candele di colore argento vengono usate soprattutto dalle donne per la meditazione, per ricongiungersi con se stessi o ampliare le proprie facoltà o conoscienze.

Per superare degli ostacoli o dei momenti difficili è consigliabile invece accendere una candela color rame.

Più precisamente, chi fa della magia nera cerca di sottomettere le entità del cosmo al proprio volere (sovvertendone le leggi), chi fa della magia bianca sottomette invece la propria volontà alle leggi del cosmo. Ciò significa che per operare in armonia con l’universo occorreva sviluppare un senso morale basato sull’obbedienza a Dio e sul rispetto della sua volontà.
E poiché si pensava che la volontà divina coincidesse con la razionalità oggettivata del mondo, la magia bianca si proponeva di preservarla, e anzi di favorire la sua naturale evoluzione. La magia bianca si inseriva così nell’ottica tipica dei pensatori rinascimentali, i quali ritenevano che tutta la creazione, corrottasi a causa del biblico peccato originale, tendesse a ritornare verso la perfezione originaria. Come l’uomo tende verso la divinizzazione, così ogni elemento tende a ritornare verso la meta cui è stato assegnato (o entelechia), secondo la concezione aristotelica mescolatasi con quella platonica. Si cercava in un certo senso di risolvere la materia nello spirito; la magia bianca finì in tal modo per coincidere con l’alchimia, che si prefiggeva di costruire la pietra filosofale, al fine di trasmutare i metalli in oro, considerato la meta naturale di ogni elemento. L’oro era ricercato non a scopi di avidità o di possesso, ma per le sue proprietà intrinseche, essendo tra i metalli quello più incorruttibile (cioè più resistente al tempo), oltre ad essere un ottimo catalizzatore da usare nelle reazioni chimiche.
Gli interessi suscitati dalla magia bianca, rivolta esclusivamente allo studio della natura e al rispetto delle leggi in essa presenti, funsero così da apripista alla chimica moderna. L’opera dell’alchimista consisteva infatti essenzialmente nello studio empirico delle sostanze elementari e in esperimenti scientifici su di esse. Egli ne cercava le proprietà operando all’incirca come un chimico, catalogandole, tentando miscugli, introducendo nel suo lavoro fornelli ed alambicchi che saranno poi gli strumenti principali utilizzati dalla chimica come la intendiamo oggi.

 

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